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CONTO CORRENTE POSTALE:  ”Associazione Umanista Freedom Forever” 99985491

TESSERA ADESIONE

Socio sostenitore euro 10; socio volontario euro 15

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Foto Centro anticrisi

Prime foto e primi lavori della nuova casa del Centro, in via Saluzzo 93 Torino

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Lavori iniziali della prima sede del centro, in via Pisacane 47 Torino

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INAUGURAZIONE

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PROGETTO “BOTTEGA PASSAMANO”

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NATALE “PASSAMANO”

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terre17Diventare un volontario di Freedom Forever significa entrare a far parte di una rete internazionale composta da migliaia di realtà associative della galassia umanista, significa darsi agli altri, non soltanto per aiutare una determinata situazione di svantaggio, per il solo momento del bisogno, ma rendendosi protagonisti della costruzione di una nuova realtà che, tramite il volontariato prende corpo, giorno dopo giorno, per mezzo dell’iniziativa, della fantasia, della forza e della creatività che, ognuno, è libero di esprimere con noi.

 

 

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CAMPAGNE DI APPOGGIO UMANO ITALIA – KENYA

Per questo tipo di attività abbiamo bisogno di:

  • Informare il più possibile tramite una diffusione capillare
  • Found rising
  • Sviluppare il sostegno a distanza
  • Partecipare e promuovere eventi

 

 

 

caq3CENTRO ANTI CRISI DI QUARTIERE

Al momento le attività in corso riguardano la conduzione e lo sviluppo della Bottega del passamano; I corsi di psicomotricità e l’apporto allo studio dei bambini.

 

 

 

 

equipe1CREARE UN’EQUIPE DI FREEDOM FOREVER

Costruire un’equipe di volontari di Freedom Forever è facile. Basta aderire alle idee principali e sottoscrivere il nostro statuto, mettersi in contatto con noi per avere un primo approccio, radunare tutti coloro che sono interessati e formare un primo gruppo di lavoro. I responsabili di FF saranno disoponibili ad intervenire per spiegare, chiarire e gettare le basi per i nuovi gruppo che vorranno essere attivi sul loro territorio.

 

passaBOTTEGA del PASSAMANO

Questo progetto  è semplice quanto basilare ed utile come risposta alla crisi economica. Si tratta di un luogo  in cui, un gruppo di volontari motivati, mettono a disposizione di tutti, merci quali abbigliamento uomo, donna e bambino; libri, vintage VHS, giocattoli (una sorta di mercatino dell’usato), tramite un’offerta libera e dignitosa. Tutto il ricavato viene investito nel Centro stesso, senza che i volontari percepiscano nulla per il loro operato.

E’ un piccolo esempio di organizzazione sociale alternativa che permette di acquistare beni con un piccola spesa, tentare di ricostruire il tessuto sociale ed iniziare a pensare ad una reale collaborazione reciproca tra le persone del quartiere. Pensiamo sia una buona idea, riproducibile in ogni dove.  Questo progetto è attivo dal martedi al venerdi dalle 16 alle 18 di ogni settimana

scuFACCIAMO I COMPITI INSIEME

Si tratta del progetto denominato “Facciamo i compiti insieme”, che vede quattro “volontari maestri” di Freedom Forever attivi nel supporto allo studio di una decina di bambini del quartiere, in cui sorge il Centro anti crisi, sede dell’iniziativa. Questo progetto è attivo martedi e giovedi dalle 17 alle 19 e sabato dalle 10 alle 12.

PicomCORSI di PSICOMOTRICITA’

La PSICOMOTRICITA’ è  una disciplina che intende supportare i processi evolutivi dell’infanzia, valorizzando il bambino nell’integrazione delle sue componenti emotive, intellettive e corporee, nella specificità del suo mettersi in gioco primariamente attraverso l’azione e l’interazione. In questo momento gli incontri sono riferiti a circa 150 bambini di tre scuole elementari e materne.

 

 

nell’uso dello spazio e degli oggetti

nell’interazione con l’altro e con gli altri

nella capacità di rappresentarsi agli altri attraverso il movimento, la                                                                                                       parola, il gioco.

Questo tipo di corsi è condotto da una nostra psicomotricista che, organizza e tiene gli incontri presso le scuole, su richiesta delle stesse. Per poter usufruire di questo servizio, è sufficiente contattarci alla sezione “contatti” di questo sito.

Bimbi-divisa.jpgLettera aperta ai sostenitori di progetti di solidarietà internazionale

In questi ultimi due anni in Kenya si sta consumando quello che, per coloro che hanno avuto esperienza in questo Paese, si aspettava da tempo: la polveriera è esplosa e l’odio sta vincendo, mentre la situazione economica versa in condizioni drammatiche
Iniziamo col dichiarare il fallimento dell’umanitarismo, cioè di quell’idea di beneficenza e carità che, da sempre, contraddistingue l’opera dei volontari nel cosiddetto “Terzo Mondo”. La beneficenza, l’atto di versare denaro per aiutare un’associazione piuttosto che un’altra, secondo noi, non solo ha grandissimi limiti ma, per assurdo, può essere controproducente in relazione alla crescita di quel tale Paese.
L’atto di donare è, in se, un buon atto, se fatto con intelligenza e senso critico, altrimenti è un gesto vuoto, fatto più per se stessi che per gli altri. Vogliamo dire che è tempo, ormai non rinviabile, di aprire gli occhi e il cuore, ed accorgersi che c’è più bisogno di umanesimo che di umanitarismo, c’è bisogno, cioè, di meno carità e più sguardo critico verso un modello sociale che l’Africa, che è il più ricco dei continenti, deve ingoiare, subire e morire, tra mille stenti, mille umiliazioni, mille genocidi nascosti o palesi che siano.
Allora a questo punto è necessario farsi alcune domande, cari sostenitori: “Perché un bambino africano ha bisogno di essere adottato?”, “Perché, io bianco, posso andare in Africa quando voglio, e un Africano non può fare lo stesso verso l’Europa?”, “Perché, ripetiamo, l’Africa che è il più ricco dei continenti, vive nelle condizioni in cui sappiamo?”. Per troppi anni la più gettonata delle risposte è stata:”Perché l’Africa è povera!”. Questo era il massimo del pensiero comune. Oggi diciamo no, non è così, e vi diciamo che dietro quel disastro c’è lo sfruttamento dei potenti nei confronti dei deboli (Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale e Multinazionali), ed il fatto più sconcertante è che, tutti noi, chi più chi meno, siamo responsabili di questo. Da una parte sosteniamo un bambino a distanza, e dall’altra continuiamo a rimpinzarci da Mc Donald, a dare la cioccolata della Nestlè ai nostri figli, a bere litri di Coca Cola e ad avere il conto corrente in una banca armata.
E no, carissimi tutti, così non va, anzi così si va esattamente dove stiamo andando, cioè, in bocca ad una crisi inimmaginabile, che non solo sta toccando il portafoglio di tutti, ma i sentimenti, le relazioni umane, i credi ideologici e quelli religiosi. Sta vincendo la violenza, in un disinteresse generale che fa soffrire, nel vedere la sofferenza, la solitudine, la mancanza di futuro del genere umano. Bisogna aprire gli occhi ed accettare che, il modello sociale che stiamo adottando ed abbiamo difeso, è fallito. E’ necessario accettare questo, e mettere tutto in discussione, a favore di un nuovo modello sociale non violento, basato su vere e pari opportunità per tutti, senza sfruttamento e col massimo della disponibilità ad aiutare, questa volta veramente, chi è in svantaggio, affinché, questi, abbia dignità di persona sopra ogni altra cosa.
Questa lettera è anche riferita a tutte le associazioni che continuano, incredibilmente, a dare del “Continente Nero”, un’immagine pietista, incapace di reagire, un’immagine umiliante di quei popoli che sono, di fatto, la culla della civiltà. Vi chiediamo, pertanto di spiegare, le ragioni di quella povertà. Forse farete qualche adozione in meno, ma certamente getterete nuove e solide basi per un’Africa nuova.
Dal nostro punto di vista, l’Africa non ha bisogno solo dei nostri soldi, ma della nostra volontà di lavorare insieme per creare, in ogni dove, una nuova forza morale e non violenta, basata sulla riconciliazione,che faccia, di quel continente, un continente autonomo, dignitoso e pieno di futuro.
Vi chiediamo di riflettere, di prendere in considerazione che il momento è critico per tutti, ed esiste un’urgenza tale che spinge a fare in fretta per costruirla, in tutto il mondo, questa nuova, grande forza morale non violenta, in cui l’essere umano non sia lo strumento per sostenere questo sistema sociale inumano, ma creatore di nuove cose, nuovi modi di pensare, tutti protesi alla centralità della persona, unica ed indiscutibile.

Quattordici anni di storia

I volontari di Freedom Forever sono attivi in Kenya dal maggio del 2000, data in cui, decisero di avviare le attività di appoggio umano dopo una ricerca ed uno studio sui possibili paesi in cui impegnarsi. Il Kenya fu scelto soprattutto per la grandissima differenza tra ricchi (una esigua minoranza) e poveri (la maggioranza), che scatena la tipica contraddizione delle megalopoli terzomondiste in cui grattacieli si oppongono a milioni di baraccopoli. Una situazione che provoca una povertà che va al di là del suo stesso concetto e porta a conoscere realtà di inimmaginabile degradazione fisica e morale. I primi passi furono di presa atto di un territorio sociale difficilissimo da comprendere e molto violento in cui, il denaro, sembra essere l’unica cosa per cui vale la pena vivere e, purtroppo, anche morire. Era maggio dell’anno 2000

Le ragioni di un progetto

Quando abbiamo visto e conosciuto le condizioni dei bambini in età pre scolare dei villaggi keniani, abbiamo capito che, quei piccoli occhi, ci sarebbero rimasti nel cuore per sempre ed un’enorme volontà di fare qualcosa per loro ci è sorta da dentro con naturalezza e spaventosa forza.

L’azione di Freedom Forever in Kenya non è basata sulla carità o sull’assistenzialismo, bensì sulla collaborazione tra umanisti italiani e umanisti keniani per un unico grande progetto: ridare la dignità a chi l’ha persa, mediante un grande lavoro, totalmente volontario, di progettazione e messa in opera di progetti che vanno al di là del significato in se, perché aiutano alla collaborazione, al superamento dei pregiudizi e all’auto organizzazione delle comunità.

I progetti in questo momento

Otto scuole materne, una elementare, con venticinque progetti paralleli per sostenere queste strutture di base, organizzati dai membri del posto, appartenenti all’Associazione Umanista kenyana “Humanist Empowerment Programmes”, della quale Freedom Forever è unica parter di cooperazione, grazie alla rete internazionale del Movimento Umanista. Per supportare tutto questo è possibile partecipare ad un programma di sostegno a distanza.

La costruzione della scuola materna di Mbale

Sorge nel villaggio di Mbale, appartenente al distretto di Vihiga, nelle vicinanze della città di Kisumu, uno dei grandi centri del Kenya occidentale, bagnato dal lago Vittoria. Un’opera conseguita con l’aiuto e la collaborazione reciproca di Freedom Forever onlus e Humanist Empowerment Programmes, ed una cordata italiana di sostenitori. In questo modo, un territorio in cui erano presenti soltanto costruzioni di fango, ora, esiste una struttura in cemento che ospita più di 250 bambini della scuola materna.

Il sostegno a distanza, E’ un sostegno continuativo che offre ad un bambino la possibilità di andare a scuola, di curarsi e di vivere una vita degna, rimanendo nel suo paese e con la sua famiglia. E’ molto più di un semplice aiuto economico, poiché stabilisce un vincolo di solidarietà, di comprensione e di affetto reciproco tra popolazioni diverse. E’ un segno concreto dell’unione dei popoli di cui oggi si vede chiaramente la necessità. I paesi coinvolti nel progetto sono villaggi e città rurali, sparse nelle varie provincie del centro ed ovest del Kenya. Qui, la rete di volontari locali si preoccupa che i bambini, una volta adottati, frequentino la scuola ed abbiamo cure, cibo, vestiti. Ti invitiamo quindi a partecipare a questa rete di solidarietà internazionale, non soltanto adottando un bambino, ma aiutandoci nell’ampliamento di questo progetto, proponendo l’adozione a distanza ai tuoi amici e facendoti carico di seguire un gruppi di adottanti.

Abbiamo scelto il sostegno collettivo di una classe intera di una delle otto scuole gestite direttamente dai volontari Kenyani, come soluzione di condivisione per le necessità collettive di tutti i bambini. I membri di Freedom Forever e  Humanist Empowerment Programmes”, si impegneranno a fornire reciprocamente materiali, e del sostegno a distanza e dei sostenitori ad ogni trimestre scolastico (tenendo presente i tempi tecnici di realizzazione).

Modalità tecniche del sostegno a distanza. Il contributo è di 310 euro annuali, pagabili annualmente (in un’unica soluzione di 310 euro), semestralmente (155 euro in due soluzioni), e trimestralmente (77,50 in quattro soluzioni), per mezzo della compolazione del bollettino postale.

Il 25% della somma di ogni sostegno a distanza e di ogni donazione in qualsivoglia forma, è trattenuta da Freedom Forever per la gestione di tutte le spese relative al mantenimento dell’associazione stessa e delle relative spese per il mantenimento di ogni progetto:burocrazia, spostamenti, diffusione ecc. fermo restando che, i volontari di Freedom Forever non ricevono compenso alcuno per la loro opera di volontari

I materiali. Ogni sei mesi circa chiederemo ai volontari di  Humanist Empowerment Programmes”, di fornirci per ogni adozione collettiva: pagella, foto e disegno dei bambini inseriti nel programma. Mentre a chi sostiene chiederemo : una lettera e una foto. Questo per far si che si possa parlare, davvero, di cooperazione internazionale, in cui ogni parte da il suo contributo per la riuscita finale di tutti i progetti

invito2ottobre copiaAbbiamo scelto, come metodologia di azione, la non violenza, come risposta coerente verso un mondo in crisi nel quale gli anti valori e coloro che li portano avanti, stanno diventando i punti di riferimento di una anti cultura neo schiavista che, oggi, prende il nome di globalizzazione dei mercati, alla quale, come attivisti umanisti, anteponiamo la mondializzazione o globalizzazione dei diritti umani e delle pari opportunità per ognuno.

La violenza del sistema bancario, delle multinazionali, del Fondo Monetario Internazionale, sta imponendo un mondo in cui i poveri sono sempre più poveri ed i ricchi sempre più ricchi, oltre che aumentare il non senso ed una preoccupazione sempre maggiore per il futuro.

La non violenza è un arma che disorienta e destabilizza il potente e lo rende vulnerabile. La non violenza è un’espressione umana che tende ad unire e lavorare insieme per il bene comune.

Lo strapotere ottuso e cieco dei governi (e non dei popoli) degli Stati Uniti con i loro tirapiedi, tra cui quelli italiani, francesi, inglesi e russi su tutti, stanno gettando la realtà verso un baratro di violenza e terrorismo contro ogni cosa che muove contro quello stesso potere il cui unico intento è di avere sempre più potere sul genere umano.

Come nostri punti di riferimento adottiamo Silo, Martin Luther King e Ghandi.

La Nonviolenza attiva

Questa comprende la denuncia delle ingiustizie, la non partecipazione a ogni forma di oppressione e violenza, l’azione psicologica, la disubbidienza civile, la resistenza nonviolenta all’autoritarismo, ecc. Cioè ogni possibile forma nonviolenta di lotta a ogni forma di violenza.
La violenza non è un metodo etico né pratico per porre fine alla violenza, ma ne genera altra, in una catena senza fine di rappresaglie. Per noi il fine non giustifica i mezzi. Mezzi e fini sono collegati. Nessun futuro degno dell’essere umano può essere edificato sulla base del sangue e della polvere da sparo, ma nemmeno con la complicità, l’indifferenza e la vigliaccheria di fronte alla violenza, alla sofferenza e all’oppressione.

Alcuni dicono che il bambino usa i pugni fino a che non impara a usare il cervello. Come forma di lotta contro la violenza, la violenza appartiene dunque all’infanzia della mente umana, mentre la nonviolenza è l’arma dei coraggiosi e degli intelligenti. La nonviolenza attiva è un metodo che non è stato ancora sviluppato in tutte le sue potenzialità. Le lotte nonviolente di Gandhi e Martin Luther King sono esempi che si possono sviluppare, adattandoli alle condizioni attuali.Silo
La nonviolenza attiva non è una semplice posizione di pacifismo passivo, rassegnato e timoroso, ma è una militanza dinamica – coraggiosa e ribelle – contro ogni forma di violenza, le sue radici e le sue manifestazioni. Essa lotta inoltre per gettare ponti di comunicazione diretta tra diverse razze, popoli, comunità e individui.
Finora enormi quantità di risorse (umane, economiche, tecnologiche, scientifiche, ecc.) sono state e sono impiegate per lo sviluppo della violenza. Se le stesse risorse venissero utilizzate per lo sviluppo della nonviolenza, ogni paese o il mondo intero cambierebbe in pochi anni.

Sull’efficacia della Nonviolenza.

Un argomento che viene spesso sollevato contro la nonviolenza è che la violenza, come mezzo per ottenere dei risultati, è efficace. Fa cioè sì che si ottengano le cose. Ma questo non è vero. Non sempre la violenza ha successo, a volte raggiunge i suoi obiettivi di corto respiro e a volte no. La storia e gli eventi quotidiani illustrano ampiamente questo punto.
Ogni volta che due fazioni violente si confrontano, ci può essere un vincitore, ma anche un vinto, la storia delle guerre dimostra questo fatto, e i registri della polizia sono pieni di casi che evidenziano il fallimento della violenza come mezzo.
D’altra parte, possiamo essere d’accordo sul fatto che i mezzi nonviolenti non ottengono sempre i risultati desiderati. Anche la Nonviolenza attiva può esibire una lista di successi e sconfitte, di trionfi e fallimenti.
Possiamo però sostenere con sicurezza che, ogni volta che è stata impiegata per raggiungere un obiettivo di grande importanza e durata, la violenza ha sempre fallito. Può aver ottenuto dei risultati iniziali, raggiunti però a prezzo di dolore e sofferenza (per i vincitori come per i vinti), finendo presto per passare in secondo piano rispetto alle conseguenze della violenza. La grande causa viene così alla fine tradita e sconfitta.
mlkAd esempio, dopo una lotta violenta può succedere a volte che nessuno rimanga vivo o in condizioni abbastanza buone da approfittare del successo. In altri casi, il dolore e la sofferenza inflitti ad altri e sopportati dal vincitore lo privano di ogni gioia o soddisfazione. In altri casi la paura di rappresaglie e la frenesia di consolidare risultati così ottenuti porta a una violenza maggiore di quella esercitata prima su quanti avrebbero dovuto godersi la vittoria. Quelli che sono pronti ad invocare la violenza o a parlar male della nonviolenza sono spesso rivoluzionari da salotto, o cinici e codardi inconfessati, che mandano gli altri in battaglia, o sciocchi che possono solo immaginarsi come vincitori e mai come vittime, o esseri umani materialisti e degradatori che non vedono alcun senso nella vita.
Per quanto riguarda la difficoltà di escogitare e mettere in pratica i metodi nonviolenti, è la stessa incontrata con la violenza. Inoltre, non solo una violenza che abbia successo non è così facile da portare avanti, ma bisogna poi pensare anche al dopo: come evitare le rappresaglie, evadere la legge, ecc., una preoccupazione che invece non sorge quando si usa la nonviolenza.
Perfino “L’arte della guerra”, di Sun Tzu, un classico trattato cinese sulla guerra, sostiene che il miglior guerriero è quello che conduce le cose in modo da non far mai sorgere il bisogno di un combattimento reale, quello che vince le battaglie prima che queste siano richieste, e che con l’astuzia fa sì che il nemico non prenda le armi. Un concetto simile è applicato oggi usando lo spionaggio e il controspionaggio, la propaganda, gli scambi economici e culturali, i negoziati e la diplomazia per scongiurare il ricorso alla violenza. Più un paese è intelligente, più ricorrerà a tutti i possibili mezzi nonviolenti prima di farsi incastrare in un confronto violento.
Tenendo conto di tutti gli argomenti sopra menzionati, affermiamo che la violenza non può vantare nei confronti della nonviolenza alcuna superiorità rispetto al raggiungimento di obiettivi di lunga durata e grande importanza.
Per ogni mezzo violento, se ne può escogitare e provare uno nonviolento, con uguali (o superiori) possibilità di successo. Violenza e nonviolenza producono entrambe un “feedback”, una reazione a catena, un “karma” individuale e sociale con conseguenze rispettivamente indesiderabili e desiderabili.
Infine, la Nonviolenza non verrà mai capita o preferita da chi cerca una convenienza per sé o per altri, ad ogni costo. La nonviolenza è per chi si interessa non solo del presente, ma anche del futuro della propria azione, non solo di ottenere le cose, ma anche del prezzo da pagare, non solo di raggiungere risultati, ma anche del loro fondamento morale.
In sintesi, la nonviolenza rappresenta il meglio dell’essere umano, la violenza il peggio. La scelta è chiara; sta poi a ognuno scegliere la propria strada nella vita. L’evoluzione dell’uomo e la civilizzazione è stata raggiunta nonostante lo spargimento di sangue, e non grazie ad esso. L’impulso dell’uomo verso l’alto viene dai suoi aspetti migliori, non dai peggiori. La ribellione e la lotta alla violenza è presente nelle migliori filosofie, religioni, costituzioni, leggi e nella vita di quelli che vale la pena di ricordare. La violenza andrebbe vista come la conseguenza o la risorsa scaturita da impotenza, debolezza, disperazione, bestialità, squilibrio, paura, avidità, ecc., aspetti che non costituiscono certo le migliori potenzialità dell’uomo.

documanCoverIl Movimento Umanista è una realtà ideata e sviluppata dagli umanisti di quest’epoca, con l’aspirazione di costruire una nazione umana universale fondata sui valori di un Nuovo Umanesimo

Idee generali del Nuovo Umanesimo

A) L’essere umano come valore e preoccupazione centrale

B) L’affermazione dell’uguaglianza di tutti gli esseri umani

C) Il riconoscimento della diversità personale e culturale

D) Lo sviluppo della conoscenza al di là di ciò che viene accettato oggi come verità assoluta

E) L’affermazione della libertà di idee e di credenze

F) Il rifiuto di ogni tipo di violenza e di discriminazione

Povertà, fame, malattie, guerre, terrorismo, sfruttamento, scontro tra culture, discriminazione, sconvolgimenti ambientali; ma anche solitudine, disperazione, insicurezza… tutto ciò è connaturato con il sistema attuale, disumano e violento. Intendiamo dire che un’intera organizzazione sociale basata sulla sopraffazione, sulla smania di accumulazione di beni, sull’esercizio legittimato della violenza per ottenere benefici particolari, non può che dare questi frutti. Pertanto sarebbe ingenuo pensare di evolvere verso un mondo migliore attraverso riforme puntuali che non trasformino radicalmente la struttura dell’attuale sistema di valori e dall’intera organizzazione sociale, politica ed economica. Questo sistema non è “migliorabile”, non è “perfezionabile”. E’ semplicemente sbagliato. Non c’è partito, né organizzazione, né religione che in sé possa operare questa trasformazione. Né ci si può aspettare che la soluzione arrivi dalle banche, dalle multinazionali, dai governi, che sono quelli che hanno prodotto questa situazione e che la vogliono mantenere. Solo i popoli possono dare soluzioni ai problemi dei popoli. La sola possibilità è che la gente si faccia carico del cambiamento iniziando a organizzarsi e ad agire in prima persona, partendo dal proprio ambiente quotidiano e immediato per espandere poi l’azione fino ai limiti delle proprie possibilità. Molti sono oggi gli individui e le organizzazioni che si impegnano in buona fede in diverse attività sociali, ma che non mettono realmente in discussione l’attuale sistema di valori. Queste loro azioni non possono produrre nessuna trasformazione significativa e, in alcuni casi, addirittura sono funzionali al mantenimento dell’attuale struttura di potere. Anche le nostre attività di per sé non potrebbero portare alla trasformazione auspicata, se non fossero parte di un progetto nonviolento e globale di trasformazione sociale e personale (quello del Movimento Umanista) che sta contemporaneamente mettendo in moto attività in tutti i campi significativi dell’agire umano. Tutte queste attività devono essere, inoltre, accompagnate dalla denuncia coraggiosa di ogni violazione dei diritti umani e da un’azione permanente di pressione sulle istituzioni per ottenere la loro attuazione. E così, passo a passo, fino a formare una grande forza sociale capace di costruire un mondo finalmente umano. Un mondo dove ciascuna persona, per il solo fatto di essere nata, veda riconosciuti i suoi fondamentali diritti alla salute, all’educazione, alla parità di opportunità, a una vita degna. Ma anche alla felicità e alla pienezza della propria esistenza.

L’AssociaziLogoFFone umanista Freedom Forever, nasce da un gruppo di persone, che ha maturato un’esperienza di quasi vent’anni nel campo del volontariato e dell’attivismo sociale, quattordici dei quali, tra le tante cose in marcia,  dedicati ai progetti di solidarietà internazionale con il Kenya.

Freedom Forever, è un’ associazione che si riconosce pienamente nelle idee del Nuovo Umanesimo, la cui espressione sociale è il Movimento Umanista.

Crediamo in un volontariato non pietista, ma auto organizzato, non basato sulla carità, ma sul cambiamento globale, perché pensiamo che, dietro un bambino orfano del terzo mondo, o dietro alla solitudine, allo sconforto e alla perdita di senso in Occidente, ci siano responsabilità ben precise di un gruppo di persone che, oggi, possiede le leve del potere economico, dei mass – media e politico.

Se non prendiamo coscienza che stiamo vivendo in un mondo in cui l’essere umano non è più il valore centrale, in cui il non senso è ormai una normalità, partecipare in modo estemporaneo e superficiale a qualche spicchio di volontariato, non serve a nulla.

Serve il volontariato che metta in discussione un modello di vita e di credenze di quest’epoca. Ecco perchè, Freedom Forever, si ispira alle idee del Movimento Umanista, la cui opera ultima è il cambiamento sociale e personale del mondo, per preparare il terreno alle nuove generazioni che, quel cambiamento, attueranno.